lunedì 3 ottobre 2016

Tutti erano sicuri della vittoria



“I Trotta erano un casato di recente nobiltà. Il loro progenitore aveva ricevuto il titolo dopo la battaglia di Solferino. Era sloveno. Sipolje – il nome del villaggio d’origine – divenne il suo predicato nobiliare. Il destino l’aveva prescelto ad autore di un gesto straordinario. Ma egli provvide a che i tempi futuri perdessero memoria di lui. Nella battaglia di Solferino comandava un plotone come sottotenente di fanteria. Da una mezz’ora era in corso il combattimento. Tre passi dinanzi a sé vedeva le schiene bianche dei suoi soldati. La prima fila del plotone stava in ginocchio, la seconda in piedi. Tutti erano sereni e sicuri della vittoria. Avevano abbondantemente mangiato e bevuto acquavite a spese e a gloria dell’Imperatore, che dal giorno prima era sul campo. Qua e là, nelle file, qualcuno cadeva. Trotta balzava al volo dove s’apriva una breccia e sparava con i fucili abbandonati da morti e feriti”.
Joseph Roth, La marcia di Radetzky

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