“Antonio si
godeva la quiete della sera inoltrata, l’inebriante senso di appagamento e
pacatezza che le ore notturne ancora riuscivano a regalargli. Se ne stava
seduto sulla sua sedia di vimini in terrazzo, a guardare la luna, le stelle e
gli altri abitanti del cielo rabbuiato, mentre scambiava quattro chiacchiere
con i suoi pensieri. Il silenzio regnava sovrano sul quartiere dove viveva, una
zona piuttosto carina e mediocre in una città altrettanto mediocre e carina
com’era Treviso. Nulla intorno ad Antonio lasciava pensare che ci fosse stata
in quel momento altra vita oltre a quella che scaturiva dal proprio respiro,
tanto profonda e uniforme era l’assenza di ogni rumore. Era un martedì; la
maggior parte dei vicini di casa di Antonio era già a letto perché l’indomani
sarebbe andata al lavoro. Solo di tanto in tanto qualche gatto miagolava alla
luna, qualche uccello cinguettava, qualche ramo frusciava lievemente per colpa
di una folata di vento forse un po’ troppo impetuosa e insistente”.
Alessio Baù, Annessi e connessiVai a Annessi e connessi
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