martedì 11 ottobre 2016

I pesanti galeoni dei conquistatori



“All’epoca della dominazione spagnola, e per molti anni dopo, la città di Sulaco – della cui antichità sono testimoni i lussureggianti aranceti – non ebbe più importanza commerciale d’un qualsiasi porto di cabotaggio, con un discreto traffico locale di indaco e pelli bovine. I pesanti galeoni dei conquistatori che, avendo bisogno d’un vento gagliardo soltanto per muoversi, sarebbero rimasti fermi – là dove una moderna nave di linea salpa al primo fremito delle vele – si erano visti Sulaco vietata dalle calme prevalenti nel suo vasto golfo. Alcuni porti, su questa terra, sono resi di difficile accesso dall’insidia di scogli sommersi e dalle tempeste che infuriano lungo le coste. Sulaco invece aveva trovato inviolabile rifugio contro le tentazioni di un mondo mercantile nelle solenni bonacce del profondo Golfo Placido, come entro un enorme tempio semicircolare scoperto, aperto sull’oceano, con le sue mura di alte montagne drappeggiate, come a lutto, dalle nubi”.
Joseph Conrad, Nostromo

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