lunedì 31 ottobre 2016

Una cortina di nebbia biancastra



“Forse realmente ignorava la leggenda. Un po’ Antonio lo compativa, perché quell’uomo vestito di un abito grigio scuro ed un cappotto pesante abbottonato fino al collo, con il bavero rialzato e lo sguardo stanco ed infreddolito, ignorava di trovarsi al cospetto di una notte lunga come l’agonia e crudele come la morte di una persona cara. Lo straniero non poteva capire tutto ciò; non poteva immaginare il sangue che quella notte avrebbe corrotto il selciato umido e sporco di quella città, che per una notte intera avrebbe fatto da spettatore impotente e rassegnato ad una tragedia annunciata ma inevitabile. Antonio uscì da dietro il proprio tavolo di lavoro, passò di fianco allo straniero e gli fece cenno di seguirlo. Uscirono dalla bottega, Antonio davanti e subito dietro il forestiero, che continuava a non capire il motivo di tutto quel mistero e guardava torvo l’orologiaio. I due uomini giunsero fin quasi al centro della piazza. Tutt’intorno non si scorgeva alcunché, se non una spessa cortina di nebbia biancastra, così fitta che a tratti sembrava assumere consistenza, prendere quasi forma e vivere di una vita effimera, spezzata non appena la forma fosse cambiata e si fosse tramutata in qualcos’altro”.
Alessio Baù, La statua, in Racconti notturni

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