“Così
questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il
mondo. Anche adesso che il mondo l’ho visto davvero e so che è fatto di tanti
piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. Uno gira per
mare e per terra, come i giovanotti dei miei tempi andavano sulle feste dei
paesi intorno, e ballavano, bevevano, si picchiavano, portavano a casa la
bandiera e i pugni rotti. Si fa l’uva e la sia vende a Canelli; si raccolgono i tartufi e si portano ad Alba.
C’è Nuto, il mio amico del Salto, che provvede di bigonce e di torchi tutta la valle
fino a Camo. Che cosa vuol dire? Un paese
ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non
essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di
tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Cesare
Pavese, La luna e i falò
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