lunedì 17 ottobre 2016

Era come fosse cieco



“Un treno gli veniva incontro, si udiva il fischio, quindi apparve il muso della locomotiva che vomitava faville e lo sbuffo di fumo. Egli si inoltrò per un viottolo e raggiunse la strada maestra. Il treno passava alla sue spalle, e sulla strada avanzava un barroccio carico di fieno: il frastuono del treno, la presenza del barrocciaio come appollaiata sulle stanghe, gli ridestarono il senso del pericolo: riprese a correre fin dove cominciavano altre case. Forse era Pontassieve: c’era scritto, sulla prima di quelle case, come a Contea, come a Rincine. Allora capì che non saper leggere era una grande disgrazia, come portarsi addosso una malattia: lui vedeva i segni neri sulla parete calcinata, ma gli occhi non gli servivano, era come fosse cieco”.
Vasco Pratolini, Metello

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