giovedì 27 ottobre 2016

Una brezza proveniente dal lago



“Le ultime botteghe sotto i portici stavano ormai chiudendo i loro battenti, a conclusione di una giornata non eccessivamente afosa, sovente inebriata da una brezza che il lago spingeva generosamente verso la riva. Gli ultimi turisti della stagione si attardavano a chiacchierare e sorseggiare vino rosso sotto il pergolato che si affacciava sulla piazzetta del paese; ascoltavano i racconti a metà tra il reale ed il fantastico di Orfeo, un vecchio che, a sentir lui, aveva passato la propria vita a fare il pescatore, a sentire invece il paese aveva fatto il contrabbandiere tra Italia e Francia fin dal dopoguerra. Anche quello era un paese come ce n’erano tanti sparsi qua e là per l’Italia. Se qualcuno avesse voluto sapere qualcosa su uno dei suoi abitanti, non avrebbe dovuto chiedere all’interessato, ma gli sarebbe stato sufficiente trascorrere una mezz’oretta all’osteria della piazza la domenica mattina, subito dopo la messa delle dieci, e fare qualche chiacchiera con le persone appena uscite dalla chiesa”.
Alessio Baù, La signora del lago, in Il canto della cicala
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