martedì 20 settembre 2016

Viaggiando verso Venezia



"Il cielo era grigio, umido il vento. Il porto e le isole erano rimasti indietro e presto la terra svanì dal nebbioso campo visivo. Fiocchi di polvere di carbone, gonfiati dall'umidità, scendevano sul ponte lavato che non voleva asciugare. Dopo un'ora appena fu teso un tendone perché incominciava a piovere.
Imbacuccato nel soprabito, con un libro in grembo, il viaggiatore riposava, e le ore trascorsero inavvertite. La pioggia era cessata; il tetto di tela fu rimosso. L'orizzonte era tutto scoperto. Sotto la cupola nuvolosa del cielo si stendeva all'intorno la sterminata superficie del mare deserto. Ma nello spazio vuoto, disarticolato, manca ai nostri sensi anche la misura del tempo e noi sonnecchiamo nell'immensità. Strane figure spettrali, il vecchio bellimbusto, il bigliettinaio dalla barba caprina, passavano con gesti trasognati, con parole vaghe attraverso la mente del passeggero, ed egli s'addormentò".
Thomas Mann, La morte a Venezia

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