sabato 17 settembre 2016

Noi eravamo contenti del nostro quartiere

"Le case erano buie, umide e fredde d'inverno. I tavoli dove mangiavamo avevano spacchi verticali di cui ci accorgevamo soltanto le rare volte che scrivevamo una lettera. Ma pulite ed in ordine, le nostre case, curate dalle nostre mamme che avevano i capelli grigi e uno scialle buttato sulle spalle. Nella stanza da pranzo che noi chiamavamo il "salotto", c'era un divano, con la trina alla spalliera e i mattoni rossi di cinabrese, le fotografie incastrate ai vetri della credenza, una sveglia.
Il canto delle sorelle che più a lungo potevamo udire al mattino della domenica, era una cosa allegra che ringiovaniva le stanze, coloriva di parati le mura gialline. Facevamo poco conto della casa. Nemmeno ci accorgevamo che le lampadine economiche vi spandessero un luce che rendeva impossibile distinguere da un angolo all'altro delle stanze, né lavarci nell'acquaio era un fatto che potesse deluderci."
Vasco Pratolini, Il quartiere

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