"La neve era scesa copiosa e
taciturna per tutta la sera, senza avvertire nessuno, senza farsi sentire,
senza lasciare che gli abitanti della vallata, che se ne stavano tranquilli
dentro ai loro letti tiepidi, potessero prepararsi, il mattino seguente, a
quella sua repentina quanto inattesa apparizione.
Roberto andò alla finestra e
scrutò il buio che gironzolava nel piccolo cortile laterale della sua
abitazione, che altro non era che la stazione di posta del valico, al confine
tra il Piemonte e la Svizzera. Viveva da sempre in quella casa, in quella
vallata, in quella porzione di langa, tutta circondata da montagne che rendono
difficile ogni spostamento, soprattutto nel periodo invernale, quando la neve
arriva anche a un metro e mezzo. Non era il miglior posto del mondo dove
vivere, soprattutto se da soli, ma il suo era un destino già scritto, perché,
prima di lui, erano stati doganieri proprio in quel valico il padre ed il nonno
ed entrambi avevano vissuto lì con la propria famiglia. Il fuoco, che animava
il caminetto buttato su un angolo della grande cucina, spandeva per tutta la
stanza un tepore che rasserenava e dava un senso di tranquillità e sobrietà".
Alessio Baù, Il confine, in Racconti
notturni
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