Il giardino d’inverno. Il nome è
molto suggestivo, evoca romanticismo, paesaggi fiabeschi, talvolta anche onirici.
I letterati del dopo lavoro potrebbero sbizzarrirsi e riempire centinaia e
centinaia di pagine mediocremente scritte e sciattamente confezionate. Eppure
non è altro che un parco, un’informe macchia di varie tonalità di verde che
interrompe un susseguirsi di monotoni e ripetitivi tetti, un tocco di colore
capace di ravvivare città tristi e abbacchiate, abitate da nobili, aristocratici,
poveri diavoli, tutti altrettanto routinari. Il giardino d’inverno degli zar di
Russia si trova a San Pietroburgo, nella parte posta a nord della città. Sasha
stava trotterellando per il parco, correva lungo il viale principale, ampio e
tutto ricoperto di sassolini bianchissimi, che tagliava il giardino da est a
ovest. Era con il padre, un commerciante che gestiva un piccolo negozio in
centro città, vendeva stoffe e materiali per il taglio e cucito.
Alessio Baù, Il giardino d’inverno, in Racconti
notturni
http://ilmiolibro.kataweb.it/area-privata/libro/racconti-notturni_1045743/
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