“Davanti
all'arco d'ingresso, retto da colonnette gemelle, del convento di Mariabronn,
sul margine della strada c'era un castagno, un solitario figlio del Sud, che un
pellegrino aveva riportato da Roma in tempi lontani, un nobile castagno dal tronco
vigoroso; la cerchia dei suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada,
respirava libera e ampia nel vento; in primavera, quando intorno tutto era già
verde e anche i noci del monastero mettevano già le loro foglioline rossicce,
esso faceva attendere ancora a lungo le sue fronde, poi quando le notti eran più
brevi, irradiava di tra il fogliame la sua fioritura esotica, d'un verde bianchiccio
e languido, dal profumo aspro e intenso, pieno di richiami, quasi opprimente; e
in ottobre, quando l'altra frutta era già raccolta e il vino nei tini, lasciava
cadere al vento d'autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita: non tutti
gli anni maturavano; per essi s'azzuffavano i ragazzi del convento, e il sottopriore
Gregorio, oriundo del mezzodì, li arrostiva in camera sua sul fuoco del camino”.
Hermann Hesse,
Narciso e Boccadoro
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