venerdì 18 novembre 2016

La quercia delle streghe



“Scrutò alcuni istanti quella quercia, che all’apparenza era una comunissima e banalissima pianta un po’ più vecchia del normale e che la tradizione favolistica riconduceva ai racconti inventati da Carlo Collodi. Ma la maestra sapeva bene che nella tradizione popolare quella quercia era chiamata anche la quercia delle streghe. Si narra che, nel medioevo, sui rami di quella quercia si riunissero tutte le streghe della zona, tutte le notti di luna piena. Lì le vecchie megere confabulavano e creavano incantesimi per seminare tra gli uomini paura e morte. I rami di questa quercia si estendevano in orizzontale e verso nord, anziché verso l’alto, perché le streghe vi si sedevano sopra per ore e ore schiacciandoli. Molti sostengono che di notte, quando la luna è piena, ancor’oggi si sentano provenire da quell’albero strani rumori simili a sussurri e risolini; qualcuno ha anche giurato di avere visto qualcuno seduto su quei rami. Ma tutte queste erano solo storie popolari, che i vecchi raccontavano ai più piccoli nelle fredde serate invernali, quando l’intera famiglia si riuniva intorno al fuoco per scaldarsi prima di coricarsi”.
Alessio Baù, La quercia, in Il canto della cicala


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