venerdì 23 giugno 2017

L'immaginazione lavorava senza posa

Senza dubbio l'avevo veduta un'altra volta. Ma dove? Ma quando? Per tutta la giornata non ci fu verso di ricordarmene. E volevo rivederla, interrogarla, riannodare con lei una di quelle amicizie che cominciano da un nonnulla e diventano infine, massime trattandosi di donne, qualcosa di piú intimo dell'amicizia, un amore, che so io? Anche un matrimonio; ma dove cercarla? Come farmi intendere dalle persone che avrei dovuto interrogare?
Intanto l'imaginazione lavorava senza posa, e il cuore si accalorava e batteva piú forte. E piú mi accanivo a trovare nella memoria un ricordo di lei, piú i miei dubbi si accrescevano e le incertezze diventavan maggiori.
Il suo aspetto non mi sembrava punto cambiato. Erano scorsi degli anni, ma ella aveva conservato intatta la sua freschezza giovanile. Quel che di lievemente roseo e di diafano della sua pelle; quella delicata bianchezza delle sue mani; quella gentile e, direi quasi, carezzevole flessibilità della sua personcina: quell'incanto dell'andare, del muoversi di tutto il suo corpo bello di proporzioni e di struttura; tutto era rimasto tal quale, senza il menomo cambiamento.
(Luigi Capuana, Racconti, Profili di donne, Delfina)

lunedì 27 marzo 2017

Il profumo del mare



"La sera aveva preannunciato il suo giungere spargendo per tutte le vie del paese una leggera brezza, che, seppur tiepida, regalava alla pelle accaldata dalla canicola diurna una piacevole sensazione di fresco rigenerante. Quando Anna sedette su una delle panchine lignee che guarnivano il viale della stazione, un sole rossastro faceva capolino da dietro le ultime case del paese, in direzione del mare, e spandeva ovunque un alone di colore indefinibile, una specie di rosa arancione che faceva presagire per l’indomani, secondo quanto suole affermare il detto popolare, una nuova giornata di sole. Da quella panchina il mare non si vedeva, si celava dietro ad alcuni edifici e ad una folta vegetazione fatta di ulivi e aranci; se ne odorava però la presenza, in ogni dove si respirava il sentore acre della salsedine e si percepiva l’olezzo di pesce provenire dalle imbarcazioni dei pescatori attraccate al piccolo porto, pronte a salpare nuovamente di lì a qualche ora".
Alessio Baù, Il diario

mercoledì 25 gennaio 2017

I pantaloni ad armonica



“Intanto i commensali ubriachi si erano raccolti sul balcone della villa. Tra essi adesso spiccava l’avvocato Don Circostanza, col cappello a melone, il naso poroso a spugna, le orecchie a ventola, la pancia al terzo stadio. E’ risaputo che gli avvocati delle nostre parti possiedono un tipo speciale di pantaloni, detto pantaloni ad armonica, e anche pantaloni da galantuomini, perché invece di una, hanno tre file di bottoni, in modo da poterli gradualmente allargare a mano a mano che la pancia ne sente l’urgenza. Quel giorno i pantaloni di lor signori erano tutti al terzo stadio, e si capisce.”
Ignazio Silone, Fontamara