“Quell’uomo era apparso
all’addetto alla reception un po’ strano, non tanto per il suo modo di vestire
o per il suo atteggiamento, perché, tutto sommato, non aveva nulla di diverso
da un normale viaggiatore. Piuttosto, era stato il suo sguardo assente e spento
a smuovere nel giovane galoppino un po’ di perplessità ed a far ingenerare un
po’ di diffidenza nei suoi confronti. E poi le risposte vaghe ed evasive, per
certi aspetti pure misteriose, che aveva dato al ragazzo dei bagagli mentre
questi lo accompagnava alla camera numero dodici. Aveva chiesto una stanza
singola, con le finestre che si affacciassero sulla strada. Ne aveva bisogno
solo per una notte, l’indomani mattina sarebbe partito prima delle otto. Il
viaggiatore aveva dato precise istruzioni al cocchiere perché questi si facesse
trovare pronto davanti alla locanda il giorno successivo alle sette e mezzo e
diede disposizioni per essere svegliato alle sette in punto”.
Alessio Baù, Il viaggiatore, in Racconti
notturni